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Ted - Recensione

03/10/2012 | Recensioni |
Ted - Recensione

Avete mai visto un orsacchiotto così? Sboccato, dedito a alcool, fumo, droghe leggere e pensieri sporchi, dalla mattina … alla notte. Ebbene, ci voleva quel geniaccio irriverente di Seth MacFarlane, una celebrità negli States (è proprio di questi giorni la notizia della sua investitura ufficiale come presentatore della notte degli Oscar 2013), creatore di serie cult come I Griffin, American Dad e The Cleveland Show per portare al cinema un simile “vulcano” in fiamme.
La storiella è in apparenza la classica favola che prende le mosse da un desiderio infantile. A Natale del 1985 il piccolo John Bennett, un bambino piuttosto solitario, riceve in regalo dai genitori un orsetto di peluche, Ted. Quella notte il bambino esprime il desiderio di vedere prendere vita il suo nuovo amico. E il mattino dopo il sogno si avvera. Mai miracolo fu più fonte di guai! Passati quasi trent’anni, il piccolo orsacchiotto è ancora il migliore amico di John (Mark Wahlberg). I due condividono un appartamento, passano il tempo libero tra alcool e fumo e Flash Gordon è ancora il loro idolo assoluto. Nonostante tutto, John ha un lavoro presso un autonoleggio e una fidanzata, la bella Lori (Mila Kunis) che però è stufa di quel fidanzato-bambino. Esausta dall’incapacità di John di prendersi le responsabilità di un adulto, la ragazza finisce per metterlo di fronte a un ultimatum: abbandonare il suo orsetto e decidere di crescere o rinunciare a lei. Per John è arrivato il momento di separarsi dal suo amico. Ma, con un tipo come Ted, ci riuscirà davvero?   
Il film è tutto su di lui, quell’orsacchiotto davvero unico attorno al quale sono confezionate una serie di gag irresistibili. Nulla si salva: il sesso, lo sport, le droghe, gli ebrei, l’11settembre, un fuoco di battute a suon di turpiloquio, doppi sensi (ma anche non doppi), politically scorrect. Intorno ai due protagonisti, una schiera di personaggi minori riuscitissimi: dallo sboccato padrone del supermercato dove l’orsetto trova lavoro, alla vistosa collega che diviene la girlfriend umana di Ted, fino a un adulto represso con figliolo disturbato che da sempre sogna di avere un “Ted” tutto suo. Come glassa sulla torta, due camei di lusso: la cantante Norah Jones e il mitico Sam Jones-Flash Gordon.      
Il film provoca risate, tante e di tutti i tipi. Le battute sono per tutti i gusti: volgari, talvolta un po’ scontate, ma il più delle volte esilaranti. Il modello della classica storiella dell’amico immaginario di tutti i bambini, qui diventa la storia di un amico reale (per quanto possa essere reale un eroe in “peluche e ossa”) e di quanto possa essere dannoso portarselo dietro una volta adulti. E così il tema della difficoltà di diventare grandi viene mostrato in una luce del tutto nuova.
Il fuoco di fila delle battute e delle situazioni divertenti offre il suo meglio nella prima parte mentre nella seconda il regista-sceneggiatore si lascia andare verso un finale un po’ scontato da favola buonista. Ma i meriti di MacFarlane restano, soprattutto per aver ideato una figura così fuori dagli schemi resa perfettamente sullo schermo grazie a un pregevole lavoro fatto sugli effetti speciali con un misto di live-action (con il regista inguainato in una speciale tuta motion-capture) e animazione in Computer Graphic. L’orsetto Ted parla, mangia, ride, balla, fa perfino a botte, interagendo con i colleghi attori in carne e ossa alla perfezione! Quanto agli attori, una menzione particolare va a Mark Wahlberg sorprendentemente bravo e credibile in un ruolo leggero per lui inconsueto (se pensate ai suoi lavori più famosi), accanto a lui la bella Mila Kunis, che è praticamente cresciuta con MacFarlane doppiando la Meg de I Griffin per quasi tredici anni.
Solo un dubbio resta, chi vi scrive ha visto il film nella versione originale letteralmente dominata dall’irresistibile doppiaggio di Seth MacFarlane (che qui non si risparmia vestendo il quadruplo ruolo di sceneggiatore, regista, produttore e, appunto, doppiatore), ma non siamo del tutto certi che nella versione italiana il fiume in piena di comicità irriverente lasci ugualmente il segno.
Doppiaggio o meno, una cosa è certa: il micidiale orsetto di peluche rischia di diventare uno degli eroi della stagione cinematografica (già spopolano su di lui blog e account su twitter). Oltretutto si parla già di (immancabile) sequel.

Elena Bartoni
 

 


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